
Questo fine settimana ho partecipato al primo corso avanzato di Medicina Sportiva, organizzato dall’ Accademia di Scienza dello Sport in collaborazione con la rivista “Correre” a Milano. Il corso era focalizzato sulla medicina dello sport, sull’alimentazione, sulle principali patologie tendinee e sull’aspetto psicologico di resistenza alla fatica. Quello che mi ha colpito particolarmente è l’approccio che il dott. Luca Speciani utilizza per fronteggiare non solo le principali patologie sportive ma tutti i disequilibri del nostro corpo. In particolare la sua ferma convinzione di utilizzare i farmaci solo in casi di effettivo bisogno e non come primo ed unico rimedio a minime patologie o alterazioni dei valori ematici (colesterolo, trigliceridi etc). In particolare sono stata felice di ascoltare finalmente da un medico che i valori assoluti di colesterolo non sono patologici di per sè, ma solo quando associati ad uno stile di vita sbagliato e ad una alimentazione scorretta. Una persona che mangia sano, non fuma, fa una vita regolare e svolge attività sportiva non ha nessun bisogno di intervenire sul colesterolo anche se i valori di quest’ultimo sono compresi fra 250 e 300. Ovviamente in questo contesto è naturale osservare livelli di HDL più alti della norma. Inoltre è apparso evidente come un atleta può presentare valori ematici diversi o fuori range rispetto a quelli di riferimento anche di altri parametri, come le transaminasi o il ferro, senza che questo rappresenti subito un campanello d’allarme per la sua salute. Dal corso è risultato evidente inoltre come l’esercizio fisico rappresenti una vera e propria prescrizione medica che può avere benefici maggiori di molti farmaci.
Non seguire passivamente il pensiero comune ma utilizzare il proprio buon senso e una obiettiva capacità di giudizio è quindi il principale punto di forza di ogni bravo clinico ed operatore sanitario