Un recente articolo pubblicato su  J Neurochem. a Gennaio 2019 evidenzia la profonda relazione fra neuroinfiammazione e la patogenesi dei disturbi neurodegenerativi come l’Alzheimer e Parkinson. Da tempo ormai è noto questo legame e la letteratura scientifica correla l’infiammazione cerebrale anche all’ invecchiamento, sottolineando come uno stato di infiammazione latente influenza direttamente la funzione e la sopravvivenza dei neuroni.
Ma cosa si intende per neuroinfiammazione? Si intende una infiammazione cerebrale o meglio una reazione infiammatoria mediata dalle cellule immunitarie del cervello (microglia) con produzione di citochine infiammatorie come TNFalpha, Interleuchina-6 e Iinterleuchina-1. Questo stato di infiammazione cerebrale spesso asintomatico nel tempo può creare difficoltà a livello di memoria, apprendimento,  concentrazione e predisporre allo sviluppo di malattie degenerative.
Evitare la neuroinfiammazione è quindi un’ottima strategia per contrastare il processo di invecchiamento e lo sviluppo di patologie come il Parkinson e l’Alzheimer.
Ma come si può fare?
Le strategie principali sono:
– Una corretta alimentazione anti-infiammatoria basata su un basso contenuto di zuccheri
– Attività fisica moderata e costante
– Attività ludiche e giochi di memoria
– Apprendimento di una lingua straniera
– Mantenimento delle relazioni sociali e di un buon tono dell’umore

Nel mio studio, insieme ad una neuropsicologa,  propongo un programma specifico chiamato “Nutri la mente” che coniuga un regime alimentare specifico con proposte di stimolazione cognitiva e motoria.
E’ possibile quindi attraverso un approccio interdisciplinare integrato migliorare lo stato di infiammazione cerebrale, prevenire l’invecchiamento ed anche l’insorgenza delle malattie neurodegenerative 

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