Il fruttosio è uno zucchero presente in natura solo in alcuni alimenti come il miele, la frutta e l’agave ma che purtroppo è diventato imperante nella nostra alimentazione e soprattutto in quella di bambini e adolescenti in quanto uno dei dolcificanti più utilizzati dall’industria alimentare. Oggi infatti il fruttosio si ottiene facilmente dallo sciroppo di mais, ed è il principale dolcificante utilizzato nelle bibite, nei prodotti da forno ed in tutti i prodotti dell’industria alimentare.
Occorre quindi subito distinguere fra il fruttosio come sostanza libera e raffinata dall’industria e quello contenuto in frutta e verdura. Questi ultimi infatti essendo alimenti naturali sono composti da un complesso di nutrienti in grado di annullare e invertire gli effetti nocivi di questo zucchero. Deve essere chiaro quindi che solo il fruttosio raffinato e usato come dolcificante fa male.
Il problema nasce dal fatto che il fruttosio essendo poco presente in natura come elemento libero è uno zucchero che inganna il nostro corpo. I nostri sistemi di regolazione biochimica non sono in grado di captarne un eccesso e di conseguenza il nostro organismo non produce insulina in risposta ad un consumo di fruttosio. Per questo motivo il fruttosio è stato per anni consigliato ai diabetici, anche se oggi sono numerosi gli articoli scientifici e le raccomandazioni mediche sugli effetti nocivi di questo zucchero sul diabete e sul fegato.
I maggiori danni si registrano in bambini e adolescenti ed in tutti i consumatori di bibite zuccherate, merendine e prodotti industriali. Il principale effetto avviene a carico del fegato: il fruttosio sembra infatti danneggiare questo organo come l’alcol ed essere responsabile dell’aumento di casi di steatosi epatica non alcolica (fegato grasso) in adolescenti e bambini.
In un interessante articolo pubblicato quest’anno a livello internazionale, Alberti e colleghi evidenziano come la diminuzione di fruttosio e zuccheri liberi in bambini e adolescenti sia la forma più adeguata di prevenzione del fegato grasso non dipendente da alcol, accompagnata da una maggiore assunzione di Omega 3, naturalmente presenti in salmone, pesci dei mari freddi, semi di lino, semi di chia, noci e uova.
Continuiamo quindi a consumare frutta e verdura senza problemi: non è quello il fruttosio da temere!