Il fegato è la più grande ghiandola del nostro corpo, posta nella parte destra della cavità addominale, subito sotto il diaframma. L’importanza di questo organo è riconosciuta in tutte le medicine tradizionali (cinese, ayurvedica, occidentale) ed il suo corretto funzionamento assicura la salute ed il benessere di tutto il corpo.
Il fegato è un vero e proprio laboratorio chimico sede di importanti processi metabolici come:
1) la digestione tramite la formazione e secrezione della bile
2) il metabolismo dei carboidrati grazie alla sintesi di glicogeno
3) il metabolismo dei lipidi con la sintesi di colesterolo e formazione di trigliceridi, LDL e HDL
4) il metabolismo delle proteine grazie alla sintesi delle proteine plasmatiche
5) il deposito di vitamine liposolubili e ferro
6) lo smaltimento di sostanze tossiche come farmaci ed alcol
Al di fuori delle patologie vere e proprie che colpiscono il fegato (epatiti, cirrosi, neoplasie etc), esiste una condizione del fegato che merita di essere conosciuta e trattata con la dieta ed i metodi naturali: la steatosi epatica non alcolica o NAFDL (detta anche comunemente fegato grasso). Un tempo la steatosi si trovava associata solo ad un elevato consumo di alcol e rappresentava il primo step verso la cirrosi tipica negli alcolisti. Oggi invece si distingue la variante “non alcolica” , una condizione derivante da cattive abitudini alimentari, diete ipercaloriche e sedentarietà. La steatosi epatica interessa circa il 30% degli adulti ed il 15% dei bambini, con una prevalenza che arriva a raddoppiare nel caso di obesità. Si tratta di una condizione che va trattata rapidamente in quanto può rappresentare il primo passaggio verso forme irreversibili di danno epatico come la steatoepatite e la cirrosi.
Una volta diagnosticata dal medico la condizione di fegato grasso, il principale trattamento è il miglioramento dello stile di vita, tramite una dieta ipocalorica, con carboidrati a basso indice glicemico, diminuzione di fruttosio, alcol, grassi saturi e grassi trans. In caso di sovrappeso e obesitò l’obiettivo deve essere il calo ponderale ed il ripristino del peso forma (per quanto possibile). Come nel caso dell’ipertensione, l’aderenza ad un programma nutrizionale corretto sembra dare ottimi risultati soprattutto nelle prime fasi della patologia. Interessante notare come recenti studi abbiano dimostrato che il consumo di caffè sia associato ad un minor rischio di evoluzione patologica della steatosi non epatica. Da evitare invece assolutamente il consumo di alcol.
Da un punto di vista nutraceutico le molecole studiate per il loro effetti sulla evoluzione del fegato grasso sono la Vitamina E dell’olio extravergine di oliva, la similarina del cardo mariano, il coenzima Q10 e gli omega3. In particolare sembra che la vitamina E e D mostrino un effetto sinergico con la similarina e siano in grado di potenziarne gli effetti epato-protettivi. Purtroppo la similarina è poco biodisponibile, quindi in caso di fegato grasso, accanto all’adeguato supporto dietetico, è meglio inserire la similarina sotto forma di integratori. Lo stesso vale per gli omega3 che possono avere un effetto benefico sul fegato in quantità maggiore di 1gr/die, quantità raggiungibile solo ricorrendo a formulazioni farmaceutiche.
In conclusione quindi, in assenza di terapie farmacologiche specifiche, i nutraceutici sopra elencati in associazione ad uno stile alimentare sano volto al riequilibro del peso corporeo rappresentano la principale fonte di trattamento della steatosi epatica.