In estate più che in altre stagioni si assiste ad un aumento dei disturbi urogenitali ed in particolare della cistite. La cistite è un infiammazione della vescica, spesso di natura infettiva, causata prevelantemente da batteri ed in misura minore da funghi, virus o parassiti. Si tratta di un disturbo piuttosto doloroso e più frequente nelle donne che negli uomini, a causa della diversa anatomia dell’apparato urogenitale nei due sessi.
Nelle prime fasi la cistite si manifesta con il bisogno di urinare frequentemente, non accompagnato però dall’ espulsione del volume di urina corrispondente. Con il progredire del disturbo nella maggior parte dei casi aumenta la sensazione di bruciore o dolore durante la minzione.
Il principale agente patogeno della cistite è il batterio Escherichia coli, responsabile di circa l’80% dei casi, ma sono riportati anche casi di infezione da altri batteri come lo Staphylococcus Aureus,  il Proteus e la Klebsiella. Questi microorganismi colpiscono  le basse vie urinarie, infiammando la mucosa della vescica. In estate sono anche frequenti anche le cistiti virali e quelle da funghi come la Candida, micete opportunista  responsabile non solo di disturbi del tratto urogenitale ma anche di numerosi squilibri intestinali.

Oltre all’origine infettiva, possono concorrere all’insorgere della cistite altri fattori come una alimentazione non adeguata, l’ igiene intima con prodotti troppo aggressivi, uno stile di vita non corretto, indumenti e vestiti molto stretti, difese immunitarie deboli e squilibri ormonali come quelli associati alla menopausa ed alla gravidanza.

Un fattore fondamentale per cercare di prevenire, o comunque risolvere nelle sue fasi iniziali questo disturbo è una alimentazione adeguata. La prima mossa da fare in caso di cistite riguarda il consumo di acqua: alle prime avvisaglie di bruciore occorre aumentare la quantità di acqua a due litri al giorno scegliendo preferibilmente acqua minimante mineralizzata con residuo fisso inferiore o uguale ai 50 mg/L per favorire la diuresi.

La seconda mossa è rappresentata dalla dieta. In caso di cistite occorre eliminare o ridurre fortemente gli alimenti ad alto contenuto di zuccheri semplici (bevande gassate, dolci, succhi di frutta) e complessi (tutte le farine bianche industriali e la farina 00), l’alcol, il caffè, i latticini e gli insaccati. Sono da preferire invece cereali integrali, i legumi, la carne bianca, il pesce, le uova, le verdure (preferibilmente crude), la frutta fresca, soprattutto i frutti di bosco e le mele.

Inoltre si può supplementare l’alimentazione con i probiotici, in particolare i lattobacilli, che vanno a ristabilire la normale flora batterica urogenitale entrando in competizione con gli agenti patogeni causa della malattia. Alcuni tipi di Lattobacilli (come il Lactobacillus Rhamnosus) sono inoltre ottimi potenziatori del sistema immunitario.

Fra le sostanze vegetali si può fare ampio ricorso  al mirtillo rosso americano (Cranberry) ricco di protoancionidine. In  uno studio di meta-analisi sul Journal of nutrition del 2017  è stato recentemente riportato che il mirtillo rosso americano riduce il rischio di cistiti non solo occasionali ma anche ricorrenti nelle donne sane. Altri ottimi rimedi naturali sono l’estratto di semi di pompelmo, ricco di biofalavonoidi, e l’uva ursina, spesso associata al mirtillo americano. Per gli amanti delle tisane, ai primi sintomi fastidiosi di cistite si possono inserire 3-4 tazze di infuso di malva al giorno, per le sue proprietà emollienti e lenitive mentre l’infuso di camomilla può essere utilizzato per lavaggi da fare durante il giorno ma soprattutto alla sera (dopo l’ultima mizione) prima di andare a letto.

E’ importante però capire come, al di fuori dei rimedi naturali che si possono inserire nelle fasi iniziali del disturbo o ai farmaci che sarà necessario prendere in caso di problema conclamato, una corretta alimentazione accompagnata dal buon mantenimento delle comunità microbica dell’intestino e del tratto urogenitale, rappresentano la migliore arma di difesa contro la cistite e i disturbi del tratto urogenitale.