Con il termine diabete normalmente si intende un gruppo di disordini metabolici caratterizzati da livelli di glucosio eccessivamente alti nel sangue (iperglicemia cronica) associati ad alterazioni del metabolismo dello zucchero e dovuti a difetti nella secrezione dell’insulina o della sua azione.
L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas in risposta a situazioni di iperglicemia, come può accadere dopo un pasto o qualsiasi ingestione di cibo. In condizioni normali l’insulina entra in gioco per abbassare i livelli di glucosio nel sangue e riportarlo dentro i limiti considerati normali. Nel diabete questo meccanismo non funziona più come dovrebbe e le cause possono essere principalmente due:

1) l’assenza di secrezione di insulina da parte del pancreas, come accade nel diabete di tipo 1, di solito dovuta a cause autoimmuni e con insorgenza giovanile

2) un alterato funzionamento dell’insulina, che non riesce più a svolgere correttamente la sua funzione, come nel caso del diabete di tipo 2.

E’ ormai chiaro che la prevalenza del diabete di tipo 2 sta aumentando vertiginosamente nel mondo occidentale ed è associata ad altre patologie come i disturbi cardiovascolari e l’obesità.
Attualmente i pilastri su cui si appoggia la terapia del diabete sono tre: la nutrizione, l’esercizio fisico e la terapia farmacologica, chiaramente di competenza medica. E’ interessante però capire che un corretto stile di vita, basato su un alimentazione adeguata e la pratica dell’ esercizio fisico può aiutare e migliorare anche la terapia farmacologica.

Dal punto di vista nutrizionale la dieta di elezione nel caso del diabete di tipo 2 è la dieta mediterranea, caratterizzata da frutta e legumi, cereali integrali, semi oleosi, e proteine animali fornite principalmente da pesce, uova e latticini, con basso utilizzo di carne, soprattutto rossa. Caposaldo della dieta mediterranea è l’utilizzo dell’olio di oliva, da sempre presente nella tradizione culinaria delle aree del Mediterraneo. Robusti studi scientifici come Epic (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition) e Predimed hanno dimostrato che l’adozione della dieta mediterranea è un fattore protettivo contro lo sviluppo di diabete ma anche contro malattie cardiovascolari, cancro, invecchiamento e obesità.

Per quanto riguarda l’esercizio fisico, l’OMS raccomanda per ciascuno di noi almeno una attività fisica di 150 minuti (2 ore e mezza) a settimana di attività di intensità moderata oppure un minimo di 75 minuti di attività vigorosa, accompagnati da esercizi di rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari due o più volte a settimana. Questo minimo standard dovrebbe essere mantenuto con particolare attenzione nel paziente diabetico.
Tradizionalmente la prescrizione dell’esercizio fisico nel diabete si è focalizzata sull’esercizio aerobico di bassa intensità come la camminata, la corsa, la bicicletta, o il nuoto, che migliorano il metabolismo degli zuccheri, favoriscono la perdita di peso e migliorano il quadro cardiovascolare. Tuttavia recentemente  si è dimostrato che anche l’esercizio anaerobico contro resistenza può avere benefici in quanto ripristina la sensibilità all’insulina e concorre al controllo del peso corporeo ed all’aumento della massa muscolare (cosa che non avviene nel caso dell’esercizio aerobico a bassa intensità). Negli ultimi tempi è stato molto studiato un nuovo tipo di allenamneto, l’HIIT, high intensity interval training, caratterizzato da corti periodi di attività esplosiva alternati a periodi di recupero. I primi studi sembrano indicare proprio in questo tipo di esercizi il trattamento preferenziale per il diabete.

In conclusione, nonostante la terapia farmacologica continui a dare buoni risultati nel trattamento del diabete di tipo 2, il trattamento di questa patologia non può prescindere dall’adozione di un corretto stile di vita